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Una guida dettagliata per il trekking di Kheerganga


  Sonia   |     03/08/2018

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Lasciamo Mcleodganj alle 22 e ci dirigiamo verso Kasol: piccolo paesino che si trova nell’Himachal Pradesh.
Arriviamo a Bhuntar alle 4:30 di mattina (bus pagato 700 rupees e impieghiamo circa 6 ore). Aspettiamo un’ora per prendere un bus locale e per dirigerci a Kasol (pagato 50 rupees, impieghiamo 1 ora e mezza). Arriviamo a Kasol ma il nostro obiettivo è andare in un paesino vicino che si chiama Pulga che ci è stato consigliato da vari viaggiatori. Quindi non ci resta che prendere un altro bus pagato 35 rupees e dopo un’altra ora e mezza il bus si ferma ma non siamo a Pulga: ci troviamo a Bershanini. E già, ci rendiamo conto che il bus non può arrivare a Pulga perché non c'è una strada, bisogna raggiungere il paesino a piedi tramite un sentiero in salita e ci impieghiamo circa 1 ora. Non vi dico che fatica con lo zaino di 15 kg più uno piccolino di 5kg! Alloggiamo presso una homestay davvero orribile: “Nest view” dove non c'è una doccia ne acqua calda e il letto che è talmente duro che sembra di dormire sul pavimento con tanto di lenzuola sporche; infatti ho deciso di dormire nel sacco a pelo. Mangiamo a pranzo in un ristorante “Shanti Baba Dhaba” che si trova appena all’inizio del villaggio vicino ad un minimarket. Abbiamo mangiato un Thali molto buono per soli 100 rupees. Presso il “Koala Cafe”, invece, troverete un’ampia scelta di prelibatezze israeliane oltre ad un buon caffè. Mentre per cena andiamo da “Dev Raj” dove c'è anche del cibo italiano e mi dicono che si può mangiare la migliore pizza in tutta l’area (e forse anche l’unica!). Spinta dalla curiosità ordino la pizza margherita per 180 Rupees ossia 2,20€ e devo ammettere che non è affatto male!
Ma tornando a Pulga, da non perdere una piacevole passeggiata tra altissimi pini, ottimi anche per ripararsi dal sole nelle ore più calde, anche se qui le temperature variano tra i 24 gradi di giorno e i 17-18 di sera. Questa zona è anche conosciuta per la coltivazione di marijuana; infatti è molto comune trovare piante per strada e tanta è la gente che viene qui apposta per questo.
La ragione principale che mi ha spinto a visitare questo paesino è il Kheerganga trekking. Così la mattina dopo rifacciamo di nuovo tutta la strada per raggiungere di nuovo Bershanini; intraprendo questa nuova avventura con un ragazzo indiano Ranish conosciuto qui che si fa chiamare Bunny essendo un nome più facile da ricordare. Lascio lo zaino grande in uno dei ristoranti sulla strada principale pagando 50 rupees ed iniziamo il trekking. Camminiamo e camminiamo e arriviamo al paese che si chiama Tosh; qui ci rendiamo conto che siamo andati nella direzione opposta. Quindi ci tocca ritornare giù ma per fortuna dei ragazzi con una macchina ci danno un passaggio. Così questa volta ci assicuriamo che siamo sulla giusta strada chiedendo a varie persone.
All’ingresso bisogna anche registrarsi con i propri dati. Prossimo paese che raggiungiamo è Kalga; qui noleggiamo una tenda e sacco a pelo presso l’“Aunties Place” (lo trovate per strada, impossibile non vederlo e attenzione perché è l’unico nel villaggio) per 1,000 rupees -circa 12€ - e proseguiamo. Ci sono vari gazebo per cibo o Chai (tè indiano con latte). Dopo 3 ore e mezza raggiungiamo il Kheerganga (km percorsi:15). Il paesaggio che vediamo è fantastico con un verde vivo accompagnato da cascate. L’ultima ora è stata un po’ difficile con varie salite e molte rocce. Ma in generale è un trekking alla portata di tutti. Una volta arrivati in cima ci aspettano le terme naturali: non c'è cosa più bella dopo questa bella sudata per far riposare i muscoli. Ci sono le terme per gli uomini (all’aperto) e quelle per le donne (coperte e separate da quelle degli uomini). L’acqua è molto calda però è piacevole per qualche minuto e ci sono anche delle docce nella stessa stanza.
Dopo di ché cerchiamo un gazebo che vende cibo e mangiamo Dal (lenticchie) con riso per 200 rupees. Qui i prezzi sono un po’ più alti rispetto alla media ma è comprensibile in quanto le persone trasportano a piedi cibo, bibite e bombole del gas, facendo dunque una fatica immensa. È davvero toccante incontrare questa gente durante il trekking. Ma purtroppo è il loro lavoro e sono disposti a fare di tutto per guadagnare qualche soldo. In montagna la gente è diversa; qui vivono i Pahari (che letteralmente significa persone che vengono dalla montagna) infatti vestono anche in modo diverso: i maschi indossano un cappello tipico di questa zona e le donne un fazzoletto. Alcuni hanno dei lineamenti che richiamano quelli cinesi a causa delle influenze tibetane. Ritornando al camping, dopo aver mangiato e montato la tenda ci godiamo in panorama e facciamo amicizia con i vari indiani che sono i nostri vicini.
È interessante vedere che sono l’unica turista europea e molte sono le persone che vogliono fare la foto con me (tipico dell’India); in più sono molto felici di sapere che mi chiamo Sonia perché è un tipico nome indiano. Osserviamo un tramonto molto bello con varie sfumature di rosso. E dopo aver bevuto un Chai andiamo a nanna.
 
La mattina successiva sistemiamo tutto e alle 7 partiamo. Arriviamo a Kalga alle 10 quindi ci impieghiamo mezz'ora in meno rispetto alla salita. Una volta arrivati al villaggio Bershanini alle 12 prendiamo un bus per Jari; avevamo intenzione di visitare il villaggio Malana ma il bus effettua molte fermate e varie soste e ci rendiamo conto che non abbiamo molto tempo. Melana è conosciuto come il villaggio magico: qui si trova l’hashish più buono del mondo e qui vive un popolo con delle regole proprie. Per esempio non si possono toccare queste persone, non è permesso fare video ma solo foto chiedendo il consenso. Non è facile arrivarci: bisogna raggiungere prima Jari, poi prendere un taxi che vi porta al villaggio di Narang e da lì fare un trekking di 1 ora circa (4-5 km). Deve essere interessante visitarlo. Se qualcuno di voi l’ha visitato, sono davvero curiosa di conoscere la vostra impressione!
 
Alla fine ho deciso di proseguire con il bus e di arrivare direttamente a Manali (tot. costo bus 150 rupees -meno di 2€); arriviamo a Manali alle 19, i bus locali non sono molto comodi ma è l’opzione più economica e tra l’altro è un modo per fare un’esperienza locale. Ovviamente ogni volta che si prende un bus sono previste varie soste: a volte per mangiare e a volte per far salire o scendere la gente.
 
Ps. Se guardate le distanze su Google maps o su maps.me non corrispondono mai alla realtà. Non dimenticate che siete nell’Himalaya e le strade non sono in ottime condizioni e soprattutto piene di curve. Più o meno si fanno 25 km in 1 ora o poco più. Buona fortuna con le vostre avventure nell’Himachal Pradesh.
 

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