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Pai: il paradiso dei backpackers


  Marica&Sonia   |     01/03/2018

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Sono le 14.30 del 22 febbraio e ci troviamo in ostello a Chiang Mai. Stiamo aspettando che il minibus ci passi a prendere per andare a visitare un villaggio non molto lontano da qui. Si tratta di Pai, località apparentemente molto conosciuta tra i backpackers e non solo, in cui pare ci sia una sorta di attrazione secondo la quale si arriva per restarci un paio di giorni e alla fine ci si ferma anche mesi!

Pai si trova a circa 150km da Chiang Mai sulla statale 1095 che collega Chiang Mai e Mae Hong Son e la si può raggiungere in diversi modi:

-con minivan privati da Chiang Mai: puoi prenotarlo direttamente nel tuo alloggio in modo tale che si occupano loro di tutto. Il costo sarà di 180 baht per tre ore di viaggio tra 762 curve.

-con gli autobus pubblici per 90 baht ma generalmente sconsigliati perché vecchi, lenti e senza aria condizionata.
 
-in aereo: 25 minuti di volo con Kan Airlines da Chiang Mai (chiaramente più costoso).
 
L’opzione più conveniente per il rapporto qualità/prezzo dunque resta il minivan privato, soluzione per la quale optiamo anche noi.
 
La cittadina di Pai, situata nel nord della Thailandia, è divenuta una delle mete più gettonate del Paese per i viaggiatori con zaino in spalla in cerca di un po' di avventura.
È divenuta una meta sempre più turistica a partire dal 2006 quando è stato girato il film tailandese “Pai in love”, con un maggiore incremento dal 2014 dopo le riprese del film cinese “Lost in Thailand” che ha dunque attratto molti gruppi di turisti cinesi.
 
Pai è considerato un villaggio ideale per il ritrovo degli hippies, o per lo meno lo era in passato dato che, a nostro avviso, ad oggi di hippies “originali” ce ne sono ben pochi.
 
Nonostante tutto, se ci si sposta un po’ dal centro si respira un’aria molto tranquilla e rilassante. Noi alloggiamo al “Shut Eye Party hostel” pagando 100 Baths a notte - 2,50€ - in dormitorio misto. Ci troviamo a 10 min a piedi dalla “walking street”, in cui si svolge il mercato serale, e accanto al bar “Don't cry” che si anima generalmente dopo la mezzanotte. Ostello dunque con ottima posizione e servizi discreti considerando il costo.
 
Come già anticipato, dalle 18 alle 22 si svolge in centro il mercato serale. Qui si può trovare cibo tipico tailandese, cibo orientale, dolci, vestiti tipici locali e molti bars. I prezzi del cibo sono piuttosto contenuti: noi abbiamo mangiato Pad Thai (noodles di riso con tofu, uova e pollo) per 35 Baths ossia meno di un euro. Ovviamente se parliamo di cibo occidentale come Bruschette,  hamburgers, crepes, waffles, ecc. i prezzi iniziano a lievitare.
 
Se ci si addentra tra le stradine interne, si trovano poi diversi locali serali con concerti live eseguiti anche da turisti che si cimentano a suonare o cantare. Tra i nostri preferiti ricordiamo il Mojo e il Yellow Sun bar. Sono poi organizzati anche diversi festival musicali durante l’anno, come ad esempio l’Electro valley, un festival di musica elettronica organizzato nella jungla nei pressi di Pai.
 
Per esplorare i dintorni del villaggio, conviene noleggiare uno scooter. I costi variano dai 100 ai 200 baths al giorno circa.
 
Maggiori punti di interesse turistico:
 


 
 

  • le cascate: Pam Bok,  Mae Yen e Mor Paeng. Si trovano a mezz'ora circa dal centro, dunque facilmente raggiungibili in scooter. Noi siamo nella stagione secca dunque non ne restiamo particolarmente colpite.





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  • le hotsprings ossia le piscine termali:





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Sai Ngam hotsprings che si trovano a 40 min dal centro. Leggiamo su internet che il prezzo d'entrata è di 20 Baths ma quando arriviamo lì scopriamo che dal 1 febbraio 2018 bisogna pagare una tassa di 200 Baths per il parco nazionale oltre ai 20 Baths per l’ingresso alle terme e ancora 20 Baths  per parcheggiare lo scooter.  Tha Pai hotsprings : prezzo di ingresso 300 Baths. Si trovato a 7km dal centro. Costi a nostro parere troppo elevati per entrare in delle piccole piscine naturali. Quindi proseguiamo…


 
 

  • Il ponte della memoria: potrebbe sembrare un ponte di ferro come tanti altri ma ha una sua importanza storica. È stato costruito nel 1942 dai giapponesi per trasportare le armi in Myanmar durante la seconda guerra mondiale.




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  • Pai Canyon: certo non vi aspettate il Grand Canyon, ma una visita la merita comunque, anche perchè è vicinissimo a Pai e l’ingresso è gratuito. Il momento migliore per andarci è al tramonto perchè il terreno rossiccio assume i colori più vivaci e la temperatura è più mite rispetto a quella infuocata durante il giorno.




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  • Le grotte Tham Lod: situate a circa 50km da Pai. Queste imponenti grotte di stalattiti e stalagmiti sono visitabili esclusivamente se accompagnati da una guida locale che vi guiderà al suo interno illuminando il percorso con una lampada a gas. Il passaggio nella parte inferiore è quindi effettuato su lunghe canoe di bambù dalle quali, se vorrai acquistare del cibo prima di entrare, è possibile dar da mangiare alle carpe e ai pesce gatti oltre che ammirare le migliaia di pipistrelli appesi al soffitto. Il costo del tour, che dura circa  1 ora e mezza, è di 450 baht per gruppo composto massimo da 3 persone in quanto ogni canoa può trasportare fino a tre passeggeri più la guida.





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Noi abbiamo raggiunto le grotte in scooter con un gruppo di ragazzi americani, inglesi e polacchi conosciuti in loco: Andrè, Terry, Maggie, Tom e Zubin. Il tragitto in scooter è di circa un’ora e mezza solo andata, ma si tratta di un percorso pieno di curve e non semplicissimo per chi non è pratico con lo scooter. Ciò nonostante, i paesaggi che attraversiamo sono davvero bellissimi e con un’ottima compagnia.
 
Abbiamo trascorso a Pai 3 giorni, esattamente come previsto. Non siamo state dunque rapite dalla “maledizione” che sembra governare tra molti backpackers da queste parti. Sarà forse perché non siamo hippie o perché non è più un villaggio autentico come lo era una volta? Beh dovrete comunque provare per credere.

In effetti in molti ci hanno descritto Pai come un villaggio completamente mutato negli ultimi mesi, molto più turistico e commerciale. La gente locale, infatti, cerca di adeguarsi alle richieste di un turismo sempre più di massa, che purtroppo sta cambiando in peggio questa località. Ci dicono inoltre che, fino a poco tempo fa, si veniva quassù per meditare e per cercare uno scambio aperto ed onesto di opinioni, idee e pensieri. Contesti purtroppo ora rari da incontrare, per lo meno in questo periodo di alta stagione.

Tuttavia è ancora possibile respirare un’atmosfera rilassante grazie a diversi ostelli con piscina, amache e musica da sottofondo con tanto di vista sui monti al tramonto (come nel caso dello SpicyPai hostel).

Bisognerebbe dunque affrettarsi a visitarla prima che il turismo la trasformi completamente!

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Due instancabili viaggiatrici, con lo sguardo e i pensieri che vagano fuori dai confini del mondo.

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